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Il modello ibrido

Dall’amore tra il giallo e il blu nasce il verde

Una musica soffusa riempie la stanza. La tela bianca davanti a lei, ma il suo sguardo è al di là della finestra, nel verde inarrestabile del giorno. Un pennello saldo nella mano destra. Nella sinistra, una tavolozza di legno grezzo, puntellata di giallo, blu, rosso. Tre colori. Non ha bisogno d’altro.
Immerge la punta delle setole nel denso del giallo. Poi, nel blu intenso del mare. E accade qualcosa che assomiglia a una magia. Non c’è più traccia di giallo, né di blu. Insieme, sono capaci di essere qualcos’altro.
Fondendosi, perdono la loro immagine, si uniscono nel verde. Ora, il nuovo nato non aspetta altro che diventare prato e lambire l’azzurro del cielo.

L’incontro di due elementi non è la loro somma

L’unione di giallo e verde non è soltanto la somma dei due colori: dà vita a qualcosa di nuovo. Nel verde non è più possibile rintracciare le tinte che l’hanno generato. Le caratteristiche dei due elementi di partenza si sono combinate per creare qualcosa che non esisteva ed è molto più della loro somma.
È il processo dell’ibridazione.

Il modello imprenditoriale ibrido

Esserci fa dell’ibridazione uno strumento strategico del suo modello imprenditoriale. Mescola attività di tipo A (servizi alla persona) e di tipo B (inserimento lavorativo di persone svantaggiate) in un unico progetto: è la prima in Italia.
È il caso di Pandan, locale a conduzione sociale: Pandan promuove l’inserimento lavorativo di persone con disabilità e organizza attività come l’Alzheimer cafè, sportelli di educazione finanziaria e di inclusione sociale, eventi che restituiscono le esperienze artistiche dei laboratori di arte o musico-terapia.

Esserci è pensare all’individuo al di là della sua categoria e targhettizzazione: questo permette di ibridare sia le fragilità che le conseguenti risposte. Pensare a progetti trasversali, che incontrano necessità diverse: una persona non è solo la sua disabilità, la sua condizione di migrante, di donna, di giovane, e così via. Intersezionalità significa capire che non siamo segmenti isolati, ma punti in cui convergono moltissime rette.

Pandan è anche molto altro. Crede in un consumo consapevole e sostenibile, promuove il lavoro artigianale. Il locale, nel quartiere San Salvario a Torino, è arredato con tavoli e sedie di legno, e altre sedie sono appese alle pareti: contengono piante, fiori, oggetti d’arredo. L’arredamento arriva da un’altra attività di Esserci: DUI-TOC. È un laboratorio di falegnameria in cui persone con disabilità lavorano il legno riciclato per creare qualcosa di bello a partire da qualcosa che non si usava più.

Se vi sedete in uno dei tavoli prodotti dai ragazzi di DUI-TOC per ordinare un aperitivo, vi potrebbe arrivare humus ed empanadas, magari accompagnati da una Piña colada. La verdura e la frutta vengono da Ceste di Rapa, il brand di Esserci agricola. È un progetto di agricoltura sociale che offre occasioni di inserimento lavorativo a persone in difficoltà.

Sia Ceste di Rapa che DUI-TOC ibridano attività di tipo diverso: servizi educativi, inclusione, crescita di persone con fragilità; accompagnamento al lavoro; attività produttive e di commercializzazione. Questi progetti entrano a far parte di un’economia circolare e si incontrano da Pandan, a sua volta luogo di ibridazione.
La generatività è infatti una caratteristica dell’ibridazione: l’incontro di due colori suggerisce la possibilità di altre infinite varietà. Una possibilità che prima non era visibile. Il verde fa venire voglia di lilla, arancione, celeste.

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